00 15/10/2010 19:10

Comincioli Romano (FI): Imputato per le false fatture e i bilanci truccati di Publitalia, insieme a Dell’Utri e altri, chiede di patteggiare 1 anno e 8 mesi, ottiene il consenso del pm, ma nel 1995 il Tribunale ritiene troppo bassa la pena concordata e preferisce processarlo: mossa incauta, visto che poi la Cdl, anche col suo voto, abroga di fatto il falso in bilancio, riducendo le pene al lumicino e abbreviando le scadenze della prescrizione. A quel punto la IV sezione del Tribunale fa ricorso alla Corte di giustizia europea e alla Corte costituzionale per l’incostituzionalità della legge. Ma la Corte europea rimanda al mittente l’eccezione, mentre la Consulta tarda a rispondere e quando il processo riprenderà, i reati saranno comunque prescritti. Nel febbraio 2008, alla vigilia della fine della legislatura, la giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato respinge al mittente la richiesta di autorizzazione (inoltrata dal gip di Milano Clementina Forleo) a usare le sue telefonate intercettate con l’amico Stefano Ricucci a proposito della scalata al «Corriere della Sera».

De Angelis Marcello (An): Condannato in via definitiva a 5 anni di carcere (di cui 3 scontati in carcere) per banda armata e associazione sovversiva come dirigente e portavoce del gruppo neofascista Terza Posizione, fondato da Roberto Fiore, Gabriele Adinolfi e Ciccio Mangiameli.

De Gregorio Sergio (FI-Italiani nel Mondo): Dal giugno 2007 è indagato dalla Procura antimafia di Napoli per i reati di riciclaggio e favoreggiamento della camorra. Nel febbraio 2008 è stato iscritto nel registro degli indagati della Procura di Roma per il reato di corruzione. Entrambe le indagini nascono in Campania, dove la Guardia di finanza scopre, durante una perquisizione a carico di Rocco Cafiero detto «’o Capriariello», ritenuto un componente del clan Nuvoletta, una serie di assegni firmati??? o girati proprio da De Gregorio. I finanzieri, tra le carte del senatore, scoprono anche un accordo fra l’associazione Italiani nel mondo e il coordinatore forzista Sandro Bondi, in cui si dà conto dell’impegno finanziario concordato tra le parti (si parla di 500 o 700mila euro), delle quote già consegnate e quelle da fornire con cadenza mensile. Imagistrati sospettano che sia il prezzo pagato per convincere il senatore ad abbracciare il centrodestra. E trasmettono l’inchiesta per competenza da Napoli a Roma.

Del Pennino Antonio (FI-Pri): Ha patteggiato in tutto 2 anni di reclusione per vari finanziamenti illeciti legati a Tangentopoli: nel 1994, 2 mesi e 20 giorni per una mazzettina di 10 milioni di lire da Enimont; poi 1 anno 8 mesi e 20 giorni per le tangenti sugli appalti della Metropolitana milanese: pochi mesi, infine, per i finanziamenti illeciti dall’Assolombarda. Nel 2000 Del Pennino chiede di patteggiare anche per le tangenti sulle forniture di autobus all’Atm, ma il Tribunale respinge la richiesta perché la pena proposta è troppo bassa: così i giudici lo processano per corruzione e alla fine lo salva la prescrizione.

Dell’Utri Marcello (FI): Condannato definitivamente a Torino a 2 anni e 3 mesi per false fatture e frodi fiscali nella gestione di Publitalia (reato per cui fu arrestato per 18 giorni nel maggio 1995 e poi patteggiò la pena in Cassazione); condannato in primo grado e in appello a Milano a 2 anni per tentata estorsione mafiosa insieme al boss trapanese Vicenzo Virga ai danni dell’imprenditore Vincenzo Garraffa; condannato in primo grado a Palermo a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa; salvato dall’immunità parlamentare dalla richiesta di arresto avanzata nel 1999 dai giudici di Palermo in un processo per calunnia aggravata contro alcuni pentiti (processo chiuso in primo grado con l’assoluzione e ora in fase di appello).

De Luca Francesco (Dc Autonomie): Deputato forzista uscente, ora accasato con la Dc di Rotondi, è indagato dalla Procura di Milano per tentata corruzione in atti giudiziari. Dalle intercettazioni delle sue telefonate con l’avvocatessa del clan camorristico dei Guida, molto attivo a Milano, gli inquirenti hanno scoperto che la donna si era rivolta a lui, nell’autunno del 2006, per aggiustare un processo a carico dei suoi clienti davanti alla V sezione della Cassazione. E gli aveva inviato un appunto con gli estremi della “pratica” addirittura via fax, su un’utenza del Senato. De Luca rispose di averlo “dato a quella persona”, che “sta per andare via” (dalla Cassazione), ma “chi lo sostituisce è un amico”. Quando gli inquirenti si rendono conto che l’avvocatessa parla con un deputato, interrompono gli ascolti, come imposto dalla legge Boato, e chiedono alla Camera l’autorizzazione a usare telefonate e tabulati. La giunta per le autorizzazioni della Camera decide di non decidere, “concordando all’unanimità un rinvio dell’esame”. Così, intanto, viene sciolto il Parlamento e De Luca – che nega di aver mai contattato magistrati di Cassazione e parla di “equivoco” - viene ricandidato alla Camera in un posto sicuro nelle liste del Pdl,in Veneto1.

De Siano Domenico (FI): Ex sindaco di Lacco Ameno e capogruppo forzista alla Provincia di Napoli, è indagato dalla Procura di Napoli nell’inchiesta sulla costruzione dell'approdo turistico del piccolo comune vicino a Ischia, sequestrato nell’estate del 2007. I magistrati indagano su di lui e su altri amministratori per reati che vanno dal peculato all’abuso d’ufficio, dal falso materiale e ideologico al danneggiamento, dalla violazione di sigilli alla frode processuale, dalla distruzione di bellezzenaturali alla corruzione elettorale. De Siano è candidato col Pdl alla Camera.

Fabbri Luigi (FI): Condannato in appello per abuso d’ufficio a 4 mesi di reclusione. I fatti risalgono al 2000-2001, quando Fabbri era contemporaneamente sindaco di Rivanazzano e consulente della Ghezzi Service, un’azienda classificata come industria insalubre di prima classe. A quell’epoca Fabbri, nonostante gli esposti degli abitanti, poi confermati dai rapporti di Asl e Arpa, non aveva ordinato i necessari controlli e non era intervenuto per bloccare l’attività della Ghezzi. Così almeno sostiene l’accusa. Tutto questo, anche se l’uomo politico era al corrente, in virtù della sua consulenza come medico del lavoro, della pericolosità della situazione.

Farina Renato (FI): Nel 2007 ha patteggiato una pena di 6 mesi di reclusione per favoreggiamento nel sequestro di Abu Omar, l’imam egiziano rifugiato in Italia, sequestrato a Milano il 17 febbraio 2003 dalla Cia con l’aiuto del Sismi, trasportato nella base americana di Aviano e di lì deportato in Egitto, dove fu torturato per sette mesi. Farina, attivato dal Sismi per depistare le indagini con notizie false e persino per scoprire che cosa sapesse del sequestro la Procura di Milano, accetta di andare a «intervistare» i due procuratori aggiunti che se ne occupano, Armando Spataro e Ferdinando Pomarici. Non per pubblicare le loro risposte sul suo giornale, ma per carpire loro informazioni utili sull’inchiesta e metterli fuori strada nelle indagini. Per questi fatti e per i compensi in denaro (almeno 20 mila euro) ricevuti dal Sismi, Farina è stato anche espulso dall’Ordine dei giornalisti, ma continua a scrivere su Libero con un contratto da impiegato.

Fasano Vincenzo (An): Ex assessore regionale di An, è stato coinvolto in due procedimenti penali relativi alla gestione delle aree Asi di Battipaglia (Salerno). Assolto in appello dall’accusa di turbativa d’asta, per il quale era stato condannato a 1 anno in primo grado; condannato a 2 anni per concussione il 16 ottobre 2007, pena peraltro indultata. La vicenda si riferisce a richieste da parte di Fasano nei confronti di imprenditori che dovevano avviare un centro commerciale: di posti di lavoro, appalti per la climatizzazione e la gestione dell'area carburanti. Candidato Pdl per il Senato in Campania.

Firrarello Giuseppe (FI): Arrestato e condannato in primo grado (il 13 aprile 2007) a Catania alla pena di 2 anni e 6 mesi di reclusione per turbativa d’asta nel processo per le tangenti sulla costruzione del nuovo ospedale Garibaldi e del centro residenziale per studenti universitari «Il Tavoliere». Il Tribunale ha trasmesso alla Procura una serie di atti perchè  Firrarello venga processato anche per concorso esterno in associazione mafiosa.

Fitto Raffaele (FI): Indagato a Bari per corruzione, falso e illecito finanziamento ai partiti, nel 2006 s’è salvato dalle manette perché la Camera ha respinto la richiesta di autorizzazione ad arrestarlo inoltrata dai giudici di Bari. Nel dicembre 2007 laProcura barese ha comunque chiesto il suo rinvio a giudizio per corruzione e illecito finanziamento. L’accusa riguarda presunte tangenti versate a Fitto da Giampaolo Angelucci, re delle cliniche private (anche lui imputato a Bari), che gli avrebbe allungato 500mila euro per la sua lista alle elezioni regionali del 2005 (poi perdute contro Nichi Vendola) in cambio di favori illeciti per vincere l’appalto da 198 milioni che gli ha consegnato le undici residenze sanitarie «assistite» dalla Regione Puglia.

Formigoni Roberto (FI): Imputato per abuso d’ufficio nel processo sui maneggi intorno alla fondazione Bussolera Branca. Assolto in primo e secondo grado, s’è visto annullare la sentenza dalla Cassazione, che ha ordinato di rifare il processo d’appello.

Galati Giuseppe (FI): Ex Udc recentemente passato a Forza Italia, è indagato a Catanzaro per associazione a delinquere,truffa e violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete. Il pm Luigi De Magistris (nell’indagine «Poseidone», poi avocata dal procuratore Mariano Lombardi) ipotizza che Galati facesse parte di un comitato d’affari che si occupava di spartire tra i vari partiti i fondi pubblici stanziati dalla Regione e dall’Unione europea.

Girfatti Antonio Franco (FI): Arrestato e condannato in primo grado per ben due volte (nel 1997 e nel ’99) per gli scandali legati al crac della Banca Massicana di Sessa Aurunca (fondata dal padre), di cui era direttore e amministratore, poi ceduta a Intesa. La prima inchiesta ipotizza il peculato, per il quale Girfatti viene condannato dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere nel 2006. La seconda è per associazione per delinquere, falso in bilancio e bancarotta in seguito al crac di due società, dalle quali Girfatti, insieme a due soci occulti, avrebbe sottratto diversi miliardi: Girfatti, da amministratore, avrebbe elargito crediti a società di cui era socio occulto. Di qui la seconda condanna, stavolta dal Tribunale di Napoli, sempre nel 2006, ad altri 5 anni di carcere per la bancarotta fraudolenta della «Immobil Formia».

Giudice Gaspare (FI): Imputato a Palermo per associazione mafiosa, bancarotta fraudolenta aggravata e riciclaggio, nel 2006 è stato assolto in primo grado da tutte le accuse, salvo quella per bancarotta semplice, coperta però da prescrizione. Ma la Procura, che aveva chiesto per lui una condanna a 15 anni, ha fatto ricorso in appello.

Grillo Luigi (FI): Nell’indagine sulle scalate bancarie del 2005, la Procura di Milano ha chiesto il suo rinvio a giudizio per aggiotaggio per aver «contribuito a trasferire da Fazio a Fiorani informazioni riservate sull’iter di procedimenti di Bankitalia nei confronti di Bpi» (la Popolare Italiana, ex Lodi, di Gianpiero Fiornai); e gli contesta inoltre un episodio di appropriazione indebita («44mila euro nel 2005»). Nel 2006 Grillo, grazie alla prescrizione appena dimezzata dalla legge ex Cirielli, ha vistocadere davanti al gip di Genova le accuse